La storia di quando Bin Laden ha provato ad uccidere il presidente degli States

Nel 1996 l’allora presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton, ha rischiato di essere ucciso in un attentato organizzato da Osama bin Laden.

Stando a quanto riportato in un nuovo libro, Clinton era atteso da una bomba, posizionata sotto un ponte: il presidente USA si trovava infatti a Manila per partecipare al forum di cooperazione economica dell’Asia Pacifica.

L’assassinio è stato sventato grazie ai servizi segreti, che hanno intercettato dei messaggi radio in codice dove venivano usate le parole “ponte” e “matrimonio” – quest’ultima è una parola che nel codice terroristico viene utilizzata per indicare un assassinio – proprio mentre Clinton si stava recando ad una riunione.

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Il percorso di Clinton prevedeva il passaggio proprio sopra il famigerato ponte, dove era stato piazzato l’esplosivo, come scoperto in seguito. I servizi segreti fecero fare un altro percorso al presidente USA.

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Un’inchiesta ha rivelato che l’ideatore dell’attentato era “un terrorista saudita che vive in Afghanistan, un uomo di nome Osama bin Laden”, come riporta il volume The Death of American Virtue: Clinton vs Starr di Ken Gormley, un professore di diritto americano.

Le rivelazioni di Gormley aprono nuovi scenari anche sull’11 settembre

Il professor Gormley afferma di avere avuto come fonte l’ex direttore dei servizi segreti, come riporta anche il Sidney Morning Herald.

I membri di Al-Qaeda hanno ammesso di aver preso di mira Clinton negli anni ’90, ma questa è la prima volta che emergono dettagli sull’effettivo coinvolgimento di Bin Laden e anche su quanto i terroristi fossero vicini ad uccidere l’allora inquilino della Casa Bianca.

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Dato che all’epoca i media sostenevano che i tentativi di attentato fossero riconducibili ai comunisti locali e non ai militanti islamici, Gormley ritiene che queste informazioni siano state tenute volutamente top secret.

Se confermato, questo report dimostrerebbe che l’amministrazione Bush avrebbe potuto evitare gli attacchi dell’11 settembre, che provocarono circa 3.000 morti.

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