“La prossima pandemia per cui non esistono vaccini’: il drammatico allarme. Potrebbe accadere entro il 2030

Le Nazioni Unite non hanno usato giri di parole per definire la siccità come “la prossima pandemia mondiale”, specificando che in questo caso “non esistono vaccini”. 

Come riporta anche il quotidiano “La Stampa”, una volta terminata l’emergenza sanitaria dovremmo tornare a fare i conti con quella climatica, che avanza inesorabilmente e che sta trasformando la siccità in problematica cronica.

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Ad oggi circa un miliardo e mezzo di persone deve fare i conti con la mancanza d’acqua e lo stress idrico, ma stando alle ultime indagini nel 2030 la questione interesserà il 40% della popolazione mondiale.

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D’altronde, basta guardare i dati del 2021 per rendersi conto di come lo stress idrico abbia cominciato a farsi sentire in maniera consistente in quasi tutto il territorio italiano. Ci sono zone notoriamente molto piovose dove le precipitazioni sono state minime in questi mesi autunnali e invernali; inoltre basta dare uno sguardo alle montagne per accorgersi di come le stesse siano prive di neve.

Serve ristrutturare la rete idrica e aumentare le aree verdi

Una situazione che ovviamente va a provocare i danni principali nel settore agricolo, dove l’acqua gioca un ruolo fondamentale. La Coldiretti, maggiore associazione di categoria, ha stimato che la mancanza di pioggia provoca una perdita annua di circa un miliardo di euro. 

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Il Pnrr potrebbe ravvivare un documento del 2018 che si pone come obiettivi principali proprio gli interventi di adattamento e mitigazione, come la ristrutturazione della rete idrica nazionale (si perde il 42% dell’acqua immessa, ndr) e il potenziamento del riutilizzo dell’acqua piovana, oggi fermo all’11%.

Sono poi necessarie più aree verdi nelle città e soluzioni che ripristinino l’ecosistema, come il ricorso a pratiche agricole rigenerative.

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