Tragico incidente in un parco di divertimenti, muore 13enne. Il padre non ci sta: “Poteva essere salvato”

Un ragazzo di 13 anni è morto tragicamente mentre si trovava con la sua famiglia in un parco di divertimenti a Playa del Carmen, in Messico.

Stando a quanto riportato dal sito “Mexiconewsdaily.com”, la gamba del ragazzo è stata risucchiata in un sistema di filtraggio dell’acqua.

La tragedia si è verificata sabato 27 marzo, ma le autorità hanno rilasciato informazioni sull’incidente solo nella giornata di mercoledì, dopo che il padre del ragazzo ha accusato le autorità statali di aver tentato di proteggere i proprietari del parco di divertimenti, Grupo Xcaret, da eventuali responsabilità.

Il padre del 13enne, Miguel Luna-Calvo, cardiologo, ha anche detto ai media che i primi soccorritori del parco e il personale medico dell’ospedale Amerimed di Playa del Carmen si sono mostrati “negligenti e incompetenti” nel riservare le prime cure a suo figlio.

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Secondo quanto riportato dai media messicani, il giovane Leonardo Luna Guerrero e la sua famiglia si trovavano in un fiume artificiale del parco, parte di un’attrazione acquatica chiamata “Riolajante”. Ad un certo punto, una parte esposta del sistema di filtraggio ha attirato Leonardo, che si è ritrovato ben presto con la gamba intrappolata.

Il sistema di filtraggio ha provocato profonde ferite al giovane. Il 13enne è stato liberato, ma era già privo di sensi. Portato in un ospedale privato a Playa del Carmen, Leonardo è deceduto il giorno dopo per sopraggiunte complicazioni polmonari.

Il padre del ragazzo accusa il parco e l’ospedale 

Luna-Calvo ha accusato le autorità statali di aver tentato di esercitare pressioni su di lui affinché firmasse un documento per sollevare Grupo Xcaret da qualsiasi responsabilità nell’incidente. Il cardiologo ha poi aggiunto che i funzionari statali non hanno rilasciato il corpo di suo figlio alla famiglia fino a quando non ha firmato la rinuncia.

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Il padre del ragazzo ha poi precisato che il certificato di morte di suo figlio elenca come causa di morte l’annegamento. “Mio figlio è morto per negligenza da parte del parco. Se non lo rendiamo pubblico, questo genere di cose continuerà ad accadere”, ha detto il padre del 13enne.

Negligenze che si sono verificate anche durante il trasporto in ambulanza, che sarebbe arrivata senza ossigeno. “Il personale non aveva idea di cosa fosse il primo soccorso. Da lì, siamo arrivati ​​all’Amerimed Hospital. Mio figlio aveva bisogno di un catetere e non gliene hanno dato uno – ha aggiunto – Mi sono offerto per inserirglielo io stesso, sono un cardiologo e so benissimo come fare, ma non me l’hanno permesso”.

 

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